CAFISC-EJ Antropologia,Articoli La paura come strumento di controllo

La paura come strumento di controllo

Di Al. Tallarita

La paura è utilizzata come strumento di potere. Ne parla Danilo Zollo (2011)2 nel suo testo Sulla paura.

Fragilità, aggressività, potere. In relazione a un’idea del biologo e filosofo tedesco Von Uexküll, egli afferma che ogni animale vive all’interno della sua Umwelt e cioè in un ambiente chiuso rispetto agli altri ambienti che lo circondano.

L’essere umano diversamente dagli altri animali, deve ricavare gli strumenti necessari che gli garantiscano la vita e la sicurezza da ambienti naturali molto diversi fra loro.

Gli habitat di tutti gli animali sono geograficamente circoscritti, l’essere umano riesce a vivere ovunque e in condizioni climatiche diversissime.

Per cui l’apertura al mondo è vista come la capacità dell’essere umano di liberarsi dalla strettoia di un singolo ambiente naturale. L’intelligenza teorica consente all’essere umano di manipolare il mondo stesso, di ridurne i rischi e quindi di controllare lo stimolo delle sue stesse pulsioni e di limitare la paura.

L’incrocio fra l’essere umano come essere carente e il mondo come nemico della vita umana crea le premesse e la paura stessa, di cui quella individuale nasce dal fatto che l’essere umano possiede potenzialmente l’infinita ricchezza dello spazio e del tempo, ma sente di non disporre di un ambiente che lo accolga (Zolo, 2011).

La paura nasce quindi da motivi di ordine fisico e di ordine ambientale, l’assenza di un mondo specifico e specializzato capace di accogliere l’essere umano non fa che acuire le sue carenze.

La paura individuale in sostanza è un’emozione riflessiva legata alla previsione allarmante di una possibile condizione di sofferenza e connessa al tentativo di evitarla e contenerla, di proteggersi o di essere protetto da altri.

La paura da un punto di vista politico, partendo dalle teorie di Hobbes, sottolinea lo stretto rapporto fra la paura e la politica, dove quella acuisce l’insicurezza collettiva mentre la politica mantiene il controllo autoritario e assolutista di tale insicurezza.

La paura che è stata assimilata dalla funzione di potere e autorità protettiva viene neutralizzata ma non soppressa, divenendo capacità di produrre ordine e disciplina incutendo paura.

Alcune teorie hanno l’idea di fondo che la massa necessiti che gli sia imposto il potere attraverso tutti i suoi mezzi, un comando, un potere superiore totalitario o assoluto dotato di un’autorità che possa essere gestita in gerarchie perfettamente definite.

Teorie che si avvicinano a molti dei concetti presentati da Michel Foucault nel testo Strategie di Potere , dove sostiene che il potere dello Stato non basta al mantenimento e alla continuità delle relazioni sociali capitaliste, neppure con la collaborazione dei suoi apparati.

A favorire questo stato di cose occorre un forte esercizio del potere che possa attraversare il corpo sociale entro le sue forme e le sue istituzioni diversificate (Foucault, 1999).

In Sorvegliare e Punire mostra di come a partire dal diciassettesimo secolo sia esistito un vero e proprio sblocco tecnologico nelle modalità di produzione del potere.

Nel La volontà di sapere (1976), fa un’analisi del sapere e del potere indagando sulle procedure che hanno prodotto e assoggettato l’individuo.

In Storia della Sessualità indaga il rapporto sapere, potere e sessualità, che è oggetto di sapere e di potere, che produce: la sessualità, il soggetto e i saperi sul corpo.

Mario Vegetti op. del 1986 Danilo Zolo Giurista e filosofo italiano (Fiume 1936 – Firenze 2018). Foucault M. (1999) Estrategias de Poder, Intro. Vol.II Trad. Ed Varela J. Y Alvarez Uria F. Título original: Dits et ecrits TomoII e III, Publicado en francés en 1994 por Éditions Gallimard, París y dos entrevistas no contenidas en la citada obra: «Vérité et pouvoir». entrevista con A. Fontana, Revista L’ARe 1977 «Entretien sur la prison: le Iivre et sa rnethode», Magazine Litteraire 101, junio de 1975. Ediciones Paidós Ibérica,S.A Nel capitolo Relazioni di potere dove scrive che non sono le condizioni capitaliste della produzione a rendere la continuazione del capitalismo. Foucault (1975) M.Sorvegliare e punire. Nascita della prigione tit.orig.Surveiller et punir. Naissance de la prison, trad. Alcesti Tarchetti, Einaudi, Torino 1976

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Related Post