LIBRI E RECENSIONI

 

Psichiatria forense, criminologia ed etica psichiatrica

Vittorio Volterra Editore: Elsevier

Edizione: seconda (1 gennaio 2010)

La criminologia. Comportamenti criminali e tecniche d’indagine

Autore: Massimo Centini

Editore: Xenia Edizione: 9 aprile 2010

Manuale di criminal profiling. Teorie e tecniche per tracciare il profilo psicologico degli autori di crimini violenti

Fabrizio Russo

Editore: CELID Edizione: 17 aprile 2018

Criminologia e psicopatologia forense

Autore: Balloni

Collaboratore: Balloni

Editore: Cedam Edizione: 15 giugno 2019

Renseignement et espionnage pendant l’Antiquité et le Moyen-Âge

Patrice Brun – Eric Denécé

Ellipses 2019pp. 528 – euro 28,00

Il Centre Français de Recherche sur le Renseignement con quest’opera ha dato avvio al progetto di realizzare una sua storia mondiale dello spionaggio. Il volume, tra l’altro, sottolinea come fin dai tempi più antichi siano numerose le testimonianze dell’esistenza di organizzazioni informative in Medio Oriente (Mesopotamia, Egitto, Persia), in Estremo Oriente (India e Cina) e in Europa (Grecia, Cartagine e Roma). Lo provano anche numerosi testi, quali la Bibbia, iscrizioni dai templi di Luxor, le Storie di Erodoto e degli storici romani, nonché i due più lontani trattati di strategia al mondo: l’Arthasastra di Kautilya (India) e L’arte della guerra di Sun Tzu (Cina). Nel Medioevo le pratiche d’intelligence si perpetuano, specialmente nell’Impero bizantino e in Cina. I vichinghi vi ricorrono sistematicamente durante le loro incursioni, proprio come fanno i normanni per la conquista dell’Inghilterra. Durante le crociate, lo spionaggio è praticato sia dai regni cristiani che da quelli musulmani, così come durante la guerra dei cent’anni. Le operazioni clandestine sono individuabili tanto nella Penisola iberica durante la Reconquista quanto nell’America preispanica e in Giappone, con i misteriosi ninja. Così, in sintesi, nell’intero arco temporale preso in esame dai plurimi autori dei contributi presenti nel volume, emerge che principati, regni e imperi, che si affrontano per il dominio del mondo, conducono azioni segrete che includono tutti gli elementi di quelle moderne. [^]

Renseignement et espionnage pendant l’Antiquité et le Moyen-Âge

Patrice Brun – Eric Denécé

Ellipses 2019 pp. 528 – euro 28,00

Il Centre Français de Recherche sur le Renseignement con quest’opera ha dato avvio al progetto di realizzare una sua storia mondiale dello spionaggio. Il volume, tra l’altro, sottolinea come fin dai tempi più antichi siano numerose le testimonianze dell’esistenza di organizzazioni informative in Medio Oriente (Mesopotamia, Egitto, Persia), in Estremo Oriente (India e Cina) e in Europa (Grecia, Cartagine e Roma). Lo provano anche numerosi testi, quali la Bibbia, iscrizioni dai templi di Luxor, le Storie di Erodoto e degli storici romani, nonché i due più lontani trattati di strategia al mondo: l’Arthasastra di Kautilya (India) e L’arte della guerra di Sun Tzu (Cina). Nel Medioevo le pratiche d’intelligence si perpetuano, specialmente nell’Impero bizantino e in Cina. I vichinghi vi ricorrono sistematicamente durante le loro incursioni, proprio come fanno i normanni per la conquista dell’Inghilterra. Durante le crociate, lo spionaggio è praticato sia dai regni cristiani che da quelli musulmani, così come durante la guerra dei cent’anni. Le operazioni clandestine sono individuabili tanto nella Penisola iberica durante la Reconquista quanto nell’America preispanica e in Giappone, con i misteriosi ninja. Così, in sintesi, nell’intero arco temporale preso in esame dai plurimi autori dei contributi presenti nel volume, emerge che principati, regni e imperi, che si affrontano per il dominio del mondo, conducono azioni segrete che includono tutti gli elementi di quelle moderne. [^]

 

Renseignement et espionnage pendant l’Antiquité et le Moyen-Âge

Patrice Brun – Eric Denécé

Ellipses 2019pp. 528 – euro 28,00

Il Centre Français de Recherche sur le Renseignement con quest’opera ha dato avvio al progetto di realizzare una sua storia mondiale dello spionaggio. Il volume, tra l’altro, sottolinea come fin dai tempi più antichi siano numerose le testimonianze dell’esistenza di organizzazioni informative in Medio Oriente (Mesopotamia, Egitto, Persia), in Estremo Oriente (India e Cina) e in Europa (Grecia, Cartagine e Roma). Lo provano anche numerosi testi, quali la Bibbia, iscrizioni dai templi di Luxor, le Storie di Erodoto e degli storici romani, nonché i due più lontani trattati di strategia al mondo: l’Arthasastra di Kautilya (India) e L’arte della guerra di Sun Tzu (Cina). Nel Medioevo le pratiche d’intelligence si perpetuano, specialmente nell’Impero bizantino e in Cina. I vichinghi vi ricorrono sistematicamente durante le loro incursioni, proprio come fanno i normanni per la conquista dell’Inghilterra. Durante le crociate, lo spionaggio è praticato sia dai regni cristiani che da quelli musulmani, così come durante la guerra dei cent’anni. Le operazioni clandestine sono individuabili tanto nella Penisola iberica durante la Reconquista quanto nell’America preispanica e in Giappone, con i misteriosi ninja. Così, in sintesi, nell’intero arco temporale preso in esame dai plurimi autori dei contributi presenti nel volume, emerge che principati, regni e imperi, che si affrontano per il dominio del mondo, conducono azioni segrete che includono tutti gli elementi di quelle moderne. [^]Eric Denécé – Benoît LéthenetRenseignement et espionnage de la Renaissance à la RévolutionEllipses 2021pp. 502 – euro 29,50Il Centre Français de Recherche sur le Renseignement pubblica il secondo volume della «Histoire mondiale du Renseignement» che – attraverso ventisette contributi incrociati di ventidue storici ed esperti – prende in considerazione le principali operazioni e pratiche poste in essere dal Rinascimento alla Rivoluzione, siano esse di spionaggio, crittografia, diplomazia segreta o azioni d’influenza. Ne emerge con tutta evidenza che, dal XVI al XVIII secolo, la storia è stata teatro di un’intensa lotta segreta in cui germogliano tutte le premesse di quelle attuali. Durante l’era moderna, difatti, l’intelligence si è progressivamente affermata come una funzione permanente al servizio del potere e ha accompagnato la formazione degli Stati. Tutte le forme di governo impiegano spie ma, ad eccezione di Venezia, non dispongono ancora di veri e propri “Servizi” specializzati e permanenti. Tuttavia, il periodo in esame permette di osservarne la progressiva strutturazione perché la loro esigenza non cessa d’imporsi. La nascita del protestantesimo e le guerre di religione portano gli Stati a sviluppare il controllo domestico e a monitorare da vicino le proprie popolazioni. I principali conflitti dell’epoca (guerra dei trent’anni, guerre di successione spagnola e austriaca, guerra dei sette anni, guerra d’indipendenza americana, guerre rivoluzionarie francesi) rafforzano l’esigenza delle informazioni militari e del controspionaggio. Nel Mediterraneo l’espansione dell’Impero ottomano apre a nuove minacce che devono essere prevenute e neutralizzate. Inoltre, il boom delle attività mercantili e bancarie accresce il bisogno di notizie sempre aggiornate da parte degli attori privati. Infine, la prima rivoluzione industriale (XVIII secolo) innesca una vera competizione tecnologica, richiedendo l’aumento delle attività spionistiche. Questa fase è quindi importante per le attività d’intelligence sia in Europa che nel resto del mondo. Le grandi scoperte, infatti, portano a nuove rivalità politiche e commerciali per la conquista e la difesa dei nuovi spazi e delle loro ricchezze. E in Estremo Oriente, India e Cina sono impegnate in conflitti permanenti in cui gli attori ricorrono intensamente allo spionaggio, dando vita a veri e propri “Servizi”. [^]Eric Denécé – Patrice BrunRenseignement et espionnage du Premier Empire à l’affaire DreyfusEllipses 2021pp. 496 – euro 29,50Il XIX secolo fu un periodo di grandi sconvolgimenti internazionali: guerre della Rivoluzione e dell’Impero, ricomposizione dell’Europa dopo il Trattato di Vienna, rivoluzioni nazionali del 1848, rivoluzione industriale, costituzione degli imperi coloniali, guerra francoprussiana del 1870 ecc. Tutti questi eventi decuplicano i bisogni d’intelligence degli Stati europei, tra i quali le rivalità politiche, economiche e militari non fanno che aumentare. La diversificazione delle problematiche porta i Servizi a ricercare nuove fonti, aperte o segrete, per rispondere alle preoccupazioni e alle attese dei rispettivi governi. Devono raccogliere più informazioni, reclutare più ufficiali in nuovi ambienti, nei luoghi più diversi e con maggiore professionalità. L’Ottocento è dunque un periodo cardine nella storia dell’intelligence: si afferma come laboratorio sperimentale che preannuncia la nascita di moderni Servizi, strutture permanenti con numeroso personale. Tale fenomeno, iniziato per la prima volta in Prussia, si è poi rapidamente diffuso in tutti i Paesi europei. Questo terzo volume dell’«Histoire mondiale du Renseignement» presenta molti esempi dell’importante e veemente sviluppo dell’intelligence e della sua graduale integrazione negli apparati statali, ma anche del suo utilizzo da parte di vari attori economici. [^]

 

Renseignement et espionnage pendant l’Antiquité et le Moyen-Âge

Patrice Brun – Eric Denécé

Ellipses 2019pp. 528 – euro 28,00

Il Centre Français de Recherche sur le Renseignement con quest’opera ha dato avvio al progetto di realizzare una sua storia mondiale dello spionaggio. Il volume, tra l’altro, sottolinea come fin dai tempi più antichi siano numerose le testimonianze dell’esistenza di organizzazioni informative in Medio Oriente (Mesopotamia, Egitto, Persia), in Estremo Oriente (India e Cina) e in Europa (Grecia, Cartagine e Roma). Lo provano anche numerosi testi, quali la Bibbia, iscrizioni dai templi di Luxor, le Storie di Erodoto e degli storici romani, nonché i due più lontani trattati di strategia al mondo: l’Arthasastra di Kautilya (India) e L’arte della guerra di Sun Tzu (Cina). Nel Medioevo le pratiche d’intelligence si perpetuano, specialmente nell’Impero bizantino e in Cina. I vichinghi vi ricorrono sistematicamente durante le loro incursioni, proprio come fanno i normanni per la conquista dell’Inghilterra. Durante le crociate, lo spionaggio è praticato sia dai regni cristiani che da quelli musulmani, così come durante la guerra dei cent’anni. Le operazioni clandestine sono individuabili tanto nella Penisola iberica durante la Reconquista quanto nell’America preispanica e in Giappone, con i misteriosi ninja. Così, in sintesi, nell’intero arco temporale preso in esame dai plurimi autori dei contributi presenti nel volume, emerge che principati, regni e imperi, che si affrontano per il dominio del mondo, conducono azioni segrete che includono tutti gli elementi di quelle moderne. [^]

 

 

Renseignement et espionnage de la Renaissance à la Révolution

Ellipses 2021pp. 502 – euro 29,50

Eric Denécé – Benoît Léthenet

Il Centre Français de Recherche sur le Renseignement pubblica il secondo volume della «Histoire mondiale du Renseignement» che – attraverso ventisette contributi incrociati di ventidue storici ed esperti – prende in considerazione le principali operazioni e pratiche poste in essere dal Rinascimento alla Rivoluzione, siano esse di spionaggio, crittografia, diplomazia segreta o azioni d’influenza. Ne emerge con tutta evidenza che, dal XVI al XVIII secolo, la storia è stata teatro di un’intensa lotta segreta in cui germogliano tutte le premesse di quelle attuali. Durante l’era moderna, difatti, l’intelligence si è progressivamente affermata come una funzione permanente al servizio del potere e ha accompagnato la formazione degli Stati. Tutte le forme di governo impiegano spie ma, ad eccezione di Venezia, non dispongono ancora di veri e propri “Servizi” specializzati e permanenti. Tuttavia, il periodo in esame permette di osservarne la progressiva strutturazione perché la loro esigenza non cessa d’imporsi. La nascita del protestantesimo e le guerre di religione portano gli Stati a sviluppare il controllo domestico e a monitorare da vicino le proprie popolazioni. I principali conflitti dell’epoca (guerra dei trent’anni, guerre di successione spagnola e austriaca, guerra dei sette anni, guerra d’indipendenza americana, guerre rivoluzionarie francesi) rafforzano l’esigenza delle informazioni militari e del controspionaggio. Nel Mediterraneo l’espansione dell’Impero ottomano apre a nuove minacce che devono essere prevenute e neutralizzate. Inoltre, il boom delle attività mercantili e bancarie accresce il bisogno di notizie sempre aggiornate da parte degli attori privati. Infine, la prima rivoluzione industriale (XVIII secolo) innesca una vera competizione tecnologica, richiedendo l’aumento delle attività spionistiche. Questa fase è quindi importante per le attività d’intelligence sia in Europa che nel resto del mondo. Le grandi scoperte, infatti, portano a nuove rivalità politiche e commerciali per la conquista e la difesa dei nuovi spazi e delle loro ricchezze. E in Estremo Oriente, India e Cina sono impegnate in conflitti permanenti in cui gli attori ricorrono intensamente allo spionaggio, dando vita a veri e propri “Servizi”. [^]Eric Denécé – Patrice BrunRenseignement et espionnage du Premier Empire à l’affaire DreyfusEllipses 2021pp. 496 – euro 29,50Il XIX secolo fu un periodo di grandi sconvolgimenti internazionali: guerre della Rivoluzione e dell’Impero, ricomposizione dell’Europa dopo il Trattato di Vienna, rivoluzioni nazionali del 1848, rivoluzione industriale, costituzione degli imperi coloniali, guerra francoprussiana del 1870 ecc. Tutti questi eventi decuplicano i bisogni d’intelligence degli Stati europei, tra i quali le rivalità politiche, economiche e militari non fanno che aumentare. La diversificazione delle problematiche porta i Servizi a ricercare nuove fonti, aperte o segrete, per rispondere alle preoccupazioni e alle attese dei rispettivi governi. Devono raccogliere più informazioni, reclutare più ufficiali in nuovi ambienti, nei luoghi più diversi e con maggiore professionalità. L’Ottocento è dunque un periodo cardine nella storia dell’intelligence: si afferma come laboratorio sperimentale che preannuncia la nascita di moderni Servizi, strutture permanenti con numeroso personale. Tale fenomeno, iniziato per la prima volta in Prussia, si è poi rapidamente diffuso in tutti i Paesi europei. Questo terzo volume dell’«Histoire mondiale du Renseignement» presenta molti esempi dell’importante e veemente sviluppo dell’intelligence e della sua graduale integrazione negli apparati statali, ma anche del suo utilizzo da parte di vari attori economici. [^]Daniel BirnbaumDr. B.La nave di Teseo 2021pp. 342 – euro 20,00Nella Stoccolma degli anni Quaranta, città crocevia di emigrati, esuli, diplomatici e spie, il giornalista Immanuel Birnbaum, che firma i suoi pezzi con lo pseudonimo Dr. B., inizia a lavorare con l’editore tedesco in esilio Gottfried Bermann Fischer. Immanuel, però, non è solamente un giornalista e un redattore, ma collabora anche con i Servizi segreti inglesi per diffondere propaganda antinazista in Germania. Attraverso questa attività perverrà alla conoscenza di un piano segreto che potrebbe addirittura mutare il corso della guerra e sarà di conseguenza costretto ad assumere decisioni che metteranno a repentaglio la sua vita, quella dei suoi cari e lo stesso futuro dell’Europa. Basato su eventi realmente vissuti dal nonno Immanuel, che Daniel Birnbaum ha ricostruito grazie a una scatola di ricordi casualmente rinvenuta in soffitta, questo romanzo racconta una storia di intrighi ambientata nel mondo dell’editoria e del giornalismo. Ricorrendo a immagini, memorie e riscontri storici della Svezia di quel periodo, l’autore ricrea l’atmosfera di una Stoccolma di vicoli stretti e lunghe pareti di mattoni, di chiese e sinagoghe dalle quali si levano musiche solenni e dialoghi sommessi, dove i grandi interessi internazionali si scontrano e intrecciano per decidere le sorti della Seconda guerra mondiale, sconvolgendo le vite di molti. [^]

Centro Alta Formazione Investigazione Strategia Criminologia di Cafisc EJ Ass.Aps-Ads