Doppia intervista a Anna Luana Tallarita sugli ultimi libri presentati.
Auguri Di Buone Feste per voi tutti!
Report carceri
POLIZIA PENITENZIARIA E QUOTIDIANITÀ
ALL’INTERNO DELLE CARCERI
“IL CASO TOSCANA”
A seguito della visita da parte del Senatore Patrizio La Pietra di tutti gli istituti di pena presenti sul
territorio della Regione Toscana, è stato redatto il seguente report, riepilogativo delle criticità
riscontrate e contenente alcune proposte di riforma del settore, maturate durante il dialogo con gli
operatori del settore.
PREMESSA
Attualmente sul tema della esecuzione penitenziaria si scontrano due diverse filosofie: c’è chi ritiene che debba
sempre e comunque prevalere il principio della certezza della pena e con la recrudescenza della condizione
carceraria (modello repressivo) e chi sostiene che la dignità della persona, anche se detenuta, rappresenti un
principio cardine del vivere democratico e solo restituendo alla persona la centralità dei diritti, si possa
seriamente pensare alla costruzione di una società più giusta e più libera in ottemperanza ai principi di
rieducazione inseriti in Costituzione.
La presente relazione, tuttavia, nasce con una finalità differente, quella di indicare una terza via tra quelle
prospettate, ponendo l’accento su elementi strutturali, lavoro quest’ultimo che deve principiare dalla
definizione ontologica del ruolo troppo spesso denigrato o sottovalutato della Polizia Penitenziaria e restituire
dignità ed attenzione ad un corpo troppo dimenticato dallo Stato.
Restando al di fuori del dibattito ideologico sulla natura repressiva o rieducativa della pena, questo lavoro ha il
precipuo intento di inquadrare in modo analitico e costruttivo il settore carcerario della Regione Toscana,
evidenziando le eccellenze e criticità delle strutture, il ruolo del corpo di Polizia Penitenziari ivi occupato, nonché
fornendo spunti di riforma.
continua…
Complesso di Erostrato: l’arte dell’apparenza
personalità dotata di scarsa autostima, che cerca di apparire diversamente.
Spesso più si vuole apparire, più si è insicuri. Proprio tale dinamica spiega il complesso di Erostrato, fenomeno sempre più diffuso, in cui il classico vanto nasconde in realtà una personalità dotata di scarsa autostima, che cerca di apparire diversamente.

Siamo tutti testimoni del complesso di Erostrato. Lo vediamo in quelle persone che fanno dell’arte dell’apparenza il proprio stile di vita. C’è chi parla di “posare”, chi di esibizionismo sociale. Questi individui sono cacciatori di Mi piace sui social network, personalità che fanno dell’apparenza una sofisticata maschera dietro cui nascondere il proprio complesso di inferiorità.
Alcuni pensano che in questa nuova tappa della cultura tecnologica siamo diventati un po’ tutti più vanitosi. A molti di noi, perché no, piace mettere in mostra alcuni aspetti della nostra vita sulla bacheca di Facebook o sulle stories di Instagram. Non c’è niente di male a farlo di tanto in tanto, assolutamente no. Ma avere bisogno tutti giorni di ricevere Mi piace e quell’approvazione continua deriva sicuramente da realtà patologiche più gravi di quello che potrebbe sembrare.
Ebbene, il complesso di Erostrato non si limita al solo universo cibernetico. Possiamo riconoscerlo nella posa assunta da quella conoscente che monopolizza la comunicazione tra i membri di un gruppo, ma anche in quel collega “fantasma” che fa di tutto per apparire vincente e in tantissime persone (e personaggi) che caratterizzano il panorama sociale, invadendolo con il loro culto dell’Io.
Chi vive di apparenze non solo finisce per condurre un’esistenza vuota e infelice, al di là dell’aspetto aneddotico, c’è un dettaglio che non possiamo trascurare: l’erostratismo può indurre molte persone a mettere in atto condotte nocive e logoranti allo scopo di acquisire notorietà.
Se la fama arriva solo dopo la morte, non ho fretta di conseguirla.
-Marco Aurelio-

Il complesso di Erostrato: l’uomo che distrusse una delle sette meraviglie per diventare famoso
Gli storici raccontano che la notte del 21 luglio del 365 a.C. avvenne un evento infausto che sarebbe passato alla storia. Il protagonista di questo atto fu Erostrato, un giovane pastore di Efeso. Sin da bambino egli aveva manifestato la convinzione ossessiva di essere stato scelto dagli dei per compiere un’impresa straordinaria che gli avrebbe dato la fama.
Aspirava a diventare sacerdote di Artemide, ma non avendo un padre legittimo, gli era stata negata questa possibilità. Acciecato dalla sete di fama, ebbe un’idea, un piano che mise in atto la notte del 21 luglio. Si recò al tempio di Artemide, una delle sette meraviglie del mondo e, dopo aver baciato la statua della dea, vi diede fuoco.
A seguito di quel disastro, Artaserse, re di Persia, ordinò che venisse torturato per sapere cosa lo avesse spinto a commettere una tale offesa. Erostrato allora dichiarò le sue motivazioni: passare alla storia come l’uomo che aveva dato alle fiamme il bellissimo tempio di Artemide.
Dopo aver udito le sue parole, il monarca lo condanno all’ostracismo e vietò -pena la morte- che venisse registrato il suo nome e associato alla distruzione del tempio. Tale condanna, tuttavia, non servì a nulla.
Lo storico greco Teopompo recensì l’incendio e registrò il nome di Erostrato, tanto che oggi siamo a conoscenza di questi fatti. La psicologia, inoltre, scelse proprio questa figura per definire per le persone capaci di fare quasi qualunque cosa per emergere, per acquisire fama e popolarità.

Ricerca della popolarità, bassa autostima e atti criminali
Alfred Adler, noto terapeuta austriaco dei primi del XX secolo, condusse uno studio molto interessante, dando una spiegazione della possibile causa di un sentimento latente di inferiorità. Molti di questi profili adottano uno stesso schema che, in qualche modo, era già presente nello stesso Erostrato di Efeso.
Tendono a tracciare un piano di vita colmo di ideali che difficilmente riescono a realizzare. Oltre a ciò, manifestano uno sconfinato desiderio di spiccare, proiettando persino un atteggiamento sprezzante nei confronti di tutti coloro che li circondano. In molti casi, desiderare disperatamente di essere al centro dell’attenzione senza però riuscirci li porta a nutrire una crescente ostilità.
In alcuni casi ciò può essere molto pericoloso, poiché l’individuo può spingersi oltre e commettere un crimine. Lo stesso Erostrato ne commise uno il 21 luglio 265 a.C., bruciando il tempo di Artemide. David Chapman fece altrettanto l’8 dicembre del 1980, quando uccise John Lennon, e John Hinckley attentò alla vita di Ronald Reagan il 30 marzo 1981.

Il rifiuto interiore che induce alla violenza
Tutti questi personaggi hanno manifestato comportamenti chiaramente patologici nel tentativo di diventare famosi. Non hanno esitato, dunque, ad attentare alla vita di figure-simbolo e guadagnarsi così un posto nella storia. Di fatto, ci sono riusciti.
Non possiamo dunque banalizzare o assumere come aneddotici i comportamenti di chi vive solo per apparire, di chi ha il bisogno costante di essere al centro dell’attenzione e idealizzare così il suo Io, sminuendo gli altri.
Ogni forma di apparenza è il riflesso di una serie di carenze. Si tratta di personalità frustrate, che rifiutano se stesse e che cercano di aggrapparsi a un’immagine inventata, che fanno fatica a consolidare davanti a un pubblico.
Poiché non sempre ci riescono, optano per azioni estreme, come affondare professionalmente gli altri, mettere in giro pettegolezzi infondati e non avere scrupoli in quel sottile confine tra ciò che è etico e morale e ciò che non lo è.
Il complesso di Erostrato non solo limita le nostre possibilità di essere felici, ma molto spesso può indurre l’essere umano a mostrare il suo lato più oscuro. Teniamolo a mente.
fonte: lamenteemeravigliosa.it
Le linee guida e le raccomandazioni dell’EIGE nella valutazione del rischio
Valutazione del rischio e gestione della violenza da parte del partner nell’UE
Gli agenti di polizia svolgono un ruolo di primo piano nella riduzione della violenza contro le donne da parte di un partner intimo. Spesso sono le prime autorità a cui le vittime si rivolgono per protezione, soprattutto nei paesi in cui ci si fida della polizia.
La valutazione del rischio e le strategie di gestione del rischio sono due passaggi fondamentali che garantiscono l’immediata sicurezza delle vittime e prevengono ulteriori violenze.
Le linee guida e le raccomandazioni dell’EIGE offrono un approccio comune a livello di UE alla valutazione e alla gestione del rischio.
Per integrare queste linee guida, l’EIGE ha anche pubblicato questa relazione, che mappa le misure politiche di valutazione del rischio, le disposizioni legali e gli sviluppi della ricerca in tutta l’UE.
Questa ricerca si basa sul precedente lavoro dell’istituto a sostegno degli Stati membri nel rafforzare le loro risposte alla violenza da parte del partner.
Fonte: eige.europa.eu
La violenza contro le donne è una violazione dei diritti umani
L’UE ha da tempo riconosciuto che la violenza contro le donne è una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione basata sul genere che ha un forte impatto negativo sulle vittime e costi significativi per la società.
È più probabile che le donne subiscano violenza per mano di qualcuno che conoscono, con una su cinque che ha subito violenza per mano di un partner intimo. Poiché le donne sono colpite in modo sproporzionato dalla violenza da parte del partner, questo rapporto si concentrerà sulle donne vittime.
Mentre il dovere principale di proteggere le donne dalla violenza spetta allo Stato, la percezione che la violenza da parte del partner sia “una questione privata” deve cambiare nella società, a livello individuale così come nella sfera privata, professionale e pubblica.
Questo rapporto esamina i fattori che incoraggiano i testimoni di violenza da parte del partner a intervenire (inclusa la segnalazione della violenza alle autorità competenti). Si basa sulla ricerca a tavolino in tutta l’UE e su un’approfondita ricerca qualitativa in Danimarca, Germania, Francia e Portogallo.
Poiché la ricerca a tavolino ha riscontrato una mancanza di dati e prove che esaminano il sostegno dei testimoni alle vittime di violenza da parte del partner, questo rapporto fornisce nuove prove su quando i testimoni intervengono e in quali tipi di ambiente.
Violenza di genere: crimine europeo
Il Parlamento Europeo ha approvato in data 16 settembre una risoluzione dal titolo “Riconoscimento della violenza di genere come nuova fattispecie di reato fra i reati di cui all’articolo 83, paragrafo 1, TFUE“. (P9_TA(2021)0388).
Sul presupposto che ad una più efficace lotta contro tutte le forme di violenza di genere (online ed offline) debba contribuire anche l’Unione, il Parlamento Europeo avanza al Consiglio una proposta di decisione con la quale i reati di genere verrebbero inseriti nel novero degli “euro-crimes” (art. 83 del TFUE). Così poi sulla scorta di questa base legale, la Commissione potrà avanzare una proposta di direttiva “globale” sul fenomeno in questione, che verrà poi discussa dagli organi legislativi eurounitari.
Inoltre, nella prospettiva del Parlamento europeo, con la suddetta direttiva, l’Unione potrebbe dare efficace attuazione alla Convenzione di Istanbul (ad oggi, non è ancora stata ratificata dall’UE).
In altri termini, il Parlamento Europeo con un atto d’indirizzo, sia pure non vincolante, definisce come prioritario l’intervento delle politiche europee a contrasto di tale fenomeno, che può ormai definirsi come un “fenomeno transnazionale”.
Fonte:ovd.unimi.it
Violenza di genere relazione del Dr.Salvi
Relazione del dott. Giovanni Salvi, Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione, tenuta nell’ambito dell’Assemblea generale della Corte sull’amministrazione della giustizia nell’anno 2021, relativo al fenomeno della violenza di genere.
RELAZIONE-PG-SALVI-2022-estratto-violenza-di-genere (1)
Fonte:ovd.unimi.it
Il potere della leadership il libro all’università per stranieri di Reggio Calabria
“All’Università per stranieri di Reggio Calabria si parla di leadership”
Anna Luana Tallarita presenta il libro
“IL POTERE DELLA LEADERSHIP”
Nell’aula magna dell’Università per Stranieri Dante Alighieri di Reggio Calabria
Martedì 22 novembre 2022 alle ore 16.00
Ci saranno a discuterne l’autore
dottoressa Anna Luana Tallarita.
Antropologa, Artista e Criminolologa.
Il Rettore dell’università il Prof. A.Zumbo,
il giornalista Dr. F.Chindemi che presenterà il testo e porrà dei quesiti alla Tallarita.
E l’intervento sulla gestione del potere
del Dr. F. Spagnolo e della suggestione che ha avuto dal capitolo VI ‘Come gestire il potere.’
Si analizzeranno, leggendo alcuni passi, i capitoli del testo: I il comportamento nello spazio fisico; II l’aggressività e il potere; III le pulsioni di vita e di morte; IV rappresentazione e volontà; V Azione di potere distrazione e controllo; VI come gestire il potere; VII pratica e teoria.
Sponsor
www.pcapolitical.com
www.cafisc.it
www.ejecam.it
Dove acquistare il testo:
Catfishing : ‘pesce gatto’ vittime ed effetti psicologici
Diverse ricerche hanno esplorato gli effetti psicologici sulle vittime di catfishing, soprattutto nell’ultimo anno in cui le relazioni digitali, per via del Covid, hanno preso il sopravvento.
cos’è il catfishing significato e conseguenze
Su Netflix c’è un reality, The Circle, che racconta bene cosa vuol dire sfruttare la propria identità digitale per piacere al prossimo. Questi ragazzi chiusi ognuno nella propria stanza e monitorati costantemente dalle telecamere possono inventarsi di sana pianta un’immagine di sé per conquistare gli altri del gruppo, oppure scegliere di essere semplicemente chi sono. Nel primo caso, voilà, siamo già nella prima fase di un catfishing ben congeniato.
Hai presente il catfishing, no? Questa parola è entrata nell’uso comune in Italia anche grazie al documentario con Nev Schulman del 2010 e a programmi cult come Catfish – false identità su MTV e identifica relazioni nate principalmente online in cui uno dei due partner finge di essere qualcun altro, non si mostra mai realmente per quello che è, in certi casi fa finta di essere donna anziché uomo (o viceversa). Complice la distanza fisica e la fiducia che le vittime di catfishing rimpongono in queste persone, bugiardi seriali di questo tipo vanno avanti finché si crea una vera e propria co-dipendenza. E sbam, il danno (per chi ne è vittima) è fatto.Related StoryCome smascherare un wokefish al primo appuntamentoNella mente del catfisher, perché si mente sulla propria identitàMa c’è di più. Nell’anno del Covid, nel quale le relazioni si sono giocate principalmente online con parecchie conseguenze sulla libido e sul benessere mentale, finire nella rete di chi mente sapendo di mentire, per tanti, è stato facilissimo. Con parecchie conseguenze sul cervello, sul modo in cui si vive l’amore e si dà fiducia al prossimo. Il significato del catfishing in psicologia, sulla base di diversi studi portati avanti recentemente, sta tutto in queste tre sfere. Nello studio pubblicato su Sexual and Relationship Therapy che si chiama “Adult attachment and online dating deception: a theory modernized” nel 2020, ad esempio si è cercato di capire chi sono le vittime perfette del catfishing. Attenzione: non è una questione di stupidità. Fidarsi di qualcuno, innamorarsene in certi casi, non lo è mai.
Si tratta di fiducia da un lato e di grande capacità manipolatoria dall’altra. L’identikit di chi cade nella rete di queste persone è quello di una donna (in media) che ha anxiety issues, ovvero problemi di ansia. E che tende ad appoggiarsi al partner per trovare sollievo.Related StoryUn anno di terapia mi ha salvata dall’ansiaIn una inchiesta di The Conversation, che ha intervistato dei catfisher seriali, si è invece cercato di capire perché queste persone sono spinte ad approfittare degli altri, mentendo su chi sono, spesso per soldi. Solitudine, tristezza, incapacità diffusa di gestire le relazioni sono le motivazioni di chi diventa catfisher. Non per giustificarli, ma a livello psicologico spesso la sfera mentale di chi viene ingannato e di chi inganna è simile, almeno nelle premesse.catfishing, cos’è e quali sono le conseguenze su relazioni e benessere mentaleFidarsi degli altri a volte è un gran casino.
Nello studio “Managing Impressions Online: Self-Presentation Processes in the Online Dating Environment” si è cercato di capire perché, a volte, mettiamo filtri sulla nostra personalità. Sì, la parola filtro non è casuale soprattutto se la applichi al mondo di Instagram e dei social di oggi, nei quali si possono cambiare i connotati con una facilità disarmante, creando un gap tra ciò che si mostra e come si è realmente. In questo caso, secondo gli esperti, i catfished sono persone (a volte, milioni e milioni) che credono di conoscere una persona in base a come si presenta. In generale però quando ci presentiamo sulle app di dating oppure parliamo con qualcuno conosciuto online, puntiamo a mettere al centro il nostro ideal self. Il modo in cui vorremmo essere, insomma. In certi casi, quella che è tendenza umana e comprensibile diventa patologia. E serialità.Le conseguenze del catfishingIn un approfondimento di Bustle, il neuropsicologo Dr. Sanam Hafeez ha detto che quando capiamo di essere stati manipolati la testa va in tilt per lo stress. Non solo: in quel momento il cervello impara a reagire a certe situazioni che somigliano a quella vissuta, anche se magari prenderanno tutta un’altra strada. Ed ecco che fidarsi degli altri diventa un’impresa.
Lovebombing, cos’è e come riconoscerlo
Gli studi sulle vittime di catfishing – che sono tante, molte di più di quelle che credi – persone che sono state manipolate da una persona a cui avevano dato tutto (dal cuore alla password del conto in banca) confermano che per guarire ci vuole un aiuto esterno, ad esempio un psicoterapeuta. E che è normale sentirsi stupidi, ma non è necessario che questa sensazione duri per sempre. Può evolvere, nel tempo, in qualcosa di positivo. E il cervello può essere allenato a non inserire ogni relazione nella casella “Alert: pericolo”. Conoscere e capire questo tipo di manipolatori è il primo passo per riuscirci.
Cosmopolitan di G. GALLO