La sospensione del processo e messa alla prova nel caso di imputati minorenni

  • D.P.R.448/88 – Artt. 28-29
     
  • D.L.272/89 – Art. 27

  1. I provvedimenti di messa alla prova
    • L’analisi temporale
    • Le sedi processuali
    • Le tipologie di reato
    • Il progetto di messa alla prova
       
  2. I minori messi alla prova
     
  3. L’esito della prova
     
  4. La recidiva

INTRODUZIONE

La sospensione del processo e messa alla prova, ai sensi dell’art. 28 del D.P.R. 22 settembre 1988, n. 448 “Approvazione delle disposizioni sul processo penale a carico di imputati minorenni”, rappresenta un’innovazione nel processo penale minorile in quanto, contrariamente alle ipotesi di probation applicate in altri Paesi, non presuppone la pronuncia di una sentenza di condanna.

Con il provvedimento di messa alla prova il processo è sospeso e il minore è affidato ai Servizi della Giustizia Minorile che, anche in collaborazione con i Servizi degli Enti locali, svolgono nei suoi confronti attività di osservazione, sostegno e controllo.
L’applicabilità della misura non è compromessa né dall’eventuale esistenza di precedenti penali né dalla tipologia di reato né da precedenti applicazioni; molto importanti sono, invece, le caratteristiche di personalità del ragazzo che inducono a ritenere possibile il suo recupero; in una personalità in crescita, quale è quella del minorenne, il singolo atto trasgressivo non può, infatti, essere considerato indicativo di una scelta di vita deviante.

I Servizi sociali elaborano il progetto di messa alla prova sulla base delle risorse personali, familiari e ambientali del ragazzo ed è fondamentale che il ragazzo accetti e condivida il contenuto del progetto.

In caso di esito positivo della prova il giudice con sentenza «dichiara estinto il reato»; l’esito negativo comporta invece la prosecuzione del procedimento (art.29 DPR 448/88).

Proprio per l’importanza e la specificità di questo provvedimento, l’allora Ufficio Centrale per la Giustizia Minorile, oggi Dipartimento per la Giustizia Minorile, avviò nell’ottobre del 1991 un monitoraggio ad hoc sulla sua applicazione, attraverso schede nominative compilate per ciascun provvedimento emesso nei confronti dei minori in carico agli Uffici di servizio sociale per i minorenni; la rilevazione cartacea è stata effettuata fino a tutto l’anno 2011.

A partire dall’anno 2012 i dati sono acquisiti dal Sistema Informativo dei Servizi Minorili (SISM), che gestisce i dati di tutti i minori che costituiscono l’utenza dei Servizi minorili. I dati analizzati sono riferiti alla situazione dell’archivio alla data dell’elaborazione, ovvero a conclusione delle attività di convalida da parte dei Centri per la Giustizia Minorile.

A partire dall’anno 2016 i dati si riferiscono anche ai provvedimenti di messa alla prova relativi ai minori seguiti dall’ente locale.

L’analisi statistica di seguito presentata si articola in tre parti in cui sono considerati i dati rispettivamente dei provvedimenti, dei minori messi alla prova e degli esiti.

Roma, 9 marzo 2022

Fonte: Giustizia.it Ministero della Giustizia

Minorenni e giovani adulti in carico ai Servizi della Giustizia Minorile

L’analisi statistica di seguito presentata riguarda i minorenni e giovani adulti dell’area penale in carico ai Servizi della Giustizia Minorile ospitati nelle strutture residenziali (Centri di prima accoglienza (CPA), Istituti penali per i minorenni (IPM) e Comunità) e in area penale esterna, in carico agli Uffici di servizio sociale per i minorenni (USSM).

Il lavoro riguarda in particolare l’utenza straniera dei Servizi minorili ed è sviluppata sui dati dell’anno 2020; contiene inoltre un’analisi storica basata sui dati ottenuti dalle rilevazioni statistiche cartacee in uso fino all’anno 2009 e sui dati del Sistema Informativo dei Servizi Minorili (SISM) a partire dal 2010.

Le principali aree geografiche di provenienza dei minorenni e giovani adulti stranieri che costituiscono l’utenza dei Servizi della Giustizia Minorile continuano ad essere l’Est europeo e il Nord Africa. Tra le provenienze comunitarie prevalgono la Romania e la Croazia, mentre tra le altre nazionalità si distinguono l’Albania, maggiormente nell’area penale esterna, la Bosnia Erzegovina, la Serbia. Tra le provenienze africane, invece, prevalgono i minorenni e i giovani adulti del Marocco, dell’Egitto, della Tunisia e si osserva un aumento negli ultimi anni degli utenti provenienti dal Gambia e dal Senegal.

Dall’analisi dei dati si evince, inoltre, come alle nazionalità tipiche della criminalità minorile ormai da anni si siano affiancate altre provenienze, singolarmente poco rilevanti in termini numerici, ma che hanno contribuito a rendere multietnico e più complesso il quadro complessivo dell’utenza.

La presenza degli stranieri è maggiormente evidente nei Servizi residenziali; in particolare, dai dati dell’anno 2020 si osserva che sono dovuti a soggetti stranieri:

• il 23% dell’utenza degli USSM (4.348 su 19.019) soggetti complessivamente in carico nell’anno, compresi quelli già in carico da periodi precedenti).

• il 43% degli ingressi nei CPA (257 ingressi su un totale di 599);

• il 34% dei collocamenti nelle Comunità (506 collocamenti su un totale di 1.486) e il 30% della presenza media giornaliera nelle stesse (294 su 992 soggetti mediamente presenti ogni giorno dell’anno);

• il 50% degli ingressi negli IPM (358 su un totale di 713) ed il 45% della presenza media giornaliera negli stessi (144 su 320 minorenni e giovani adulti mediamente presenti ogni giorno dell’anno);

Roma, 9 aprile 2021

Fonte: Giustizia.it Ministero della Giustizia

“Pensa prima di condividere”

perché quello che posti dice chi sei

Suggerimenti di Facebook, MediaSmarts IFOS e Ufficio IV del Dipartimento giustizia minorile e di comunità, Ministero della giustizia

Tutti dicono che condividere è positivo.

Grazie alla tecnologia possiamo condividere le nostre idee e opinioni, le foto e i video con gli amici e altre persone.

Nella maggior parte dei casi, condividere è positivo. Tuttavia, se non lo facciamo in modo adeguato, corriamo il rischio di ferire noi stessi o altre persone. Ricorda anche che ciò che condividi con i tuoi amici può giungere ad altri.

Ecco perché è importante riflettere prima di condividere.Considera inoltre che i post, le foto e i video che condividi sono la tua Identità Virtuale e dicono qualcosa sulla tua personalità/carattere, sui tuoi valori e sul tuo modo di pensare.

Fonte: Giustizia.it Ministero della Giustizia